Oggi si parla quasi soltanto di marketing in rete e di tutte le sue più o meno recenti declinazioni. Social media marketing, pay per click, posizionamento, la fanno da padroni, ed è normale che sul web siano gli argomenti più gettonati. Ma le care vecchie brochure aziendali sono tutt’altro che inutili in una strategia di promozione integrata. Che cosa serve a una brochure per essere efficace? Proviamo a capirlo.
- È necessario mettersi nei panni del potenziale Cliente. Immaginare cosa possa rispondere alle potenziali domande che le persone posso porsi sui servizi offerti dall’azienda.
- Contenuto e linee grafiche devono essere coerenti. Un testo scritto in modo formale sarà inconciliabile a una grafica spiritosa, alternativa o spigliata (e viceversa).
- Scegliere immagini che sappiano illustrare al meglio ciò che l’azienda offre, per sfruttare il loro effetto comunicativo immediato, tenendo anche conto del fatto che saranno in pochi coloro che si immergeranno fino a fondo nel testo.
- Stesso discorso vale per titoli e sottotitoli: devono saper riassumere concetti e temi, e attirare l’attenzione dell’occhio che scorre le pagine.
- Una brochure che si rispetti deve risultare interessante fin dalla copertina. Essa è un elemento di importanza primaria, perché molto spesso determinerà se una persona aprirà la brochure o se la lascerà perdere.
- Avere chiari gli obiettivi. La brochure aziendale, in quanto strumento comunicativo, avrà un fine ben preciso. Molto spesso sarà quello di ricevere contatti da parte di potenziali Clienti. Si tratterà quindi di trasformare un lettore in un contatto, fornendogli in modo chiaro numero di telefono, email o altro corredati da un esplicito call to action.
- Integrare la brochure all’interno della strategia di marketing. Ad esempio, segnalare su di essa il proprio sito, in cui fornire informazioni più estese, la propria pagina Facebook e la possibilità di iscriversi a una newsletter.
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